Parquet in cucina

Parquet in cucina

Parquet in cucina sì o no?

Proprio di recente per dei clienti di cui abbiamo realizzato una consulenza di interior design online (scopri di cosa si tratta qui) ci è stata posta questa domanda: mettiamo il parquet in cucina o no?

La nostra risposta? Assolutamente sì!

Il parquet è un materiale che adoriamo. Versatile, naturale ed unico.

Quindi, se piace l’effetto che conferisce il legno, la texture ed il finish, perché non utilizzarlo anche in cucina?

In questo articolo vogliamo consigliarvi alcuni accorgimenti da tenere presente per scegliere il parquet più adatto per questa particolare zona della casa.

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La cucina è uno degli ambienti più utilizzati. Soprattutto al giorno d’oggi dove la cucina tende ad essere parte del soggiorno, il pavimento è sicuramente più soggetto all’usura. Ma è proprio questo concetto di open space che spinge ad avere una continuità del pavimento.

Quali sono quindi i timori di mettere il parquet in cucina? Di creare macchie per via di liquidi che possono cadere, olii, vino, acqua, di graffiarlo molto   con utensili o semplicemente per il passaggio molto frequente.

Ricordiamoci sempre che il parquet è un materiale vivo. Deve piacere l’idea di vederlo cambiare, non rimarrà mai intonso, ma è proprio questo il suo bello. Fatta questa premessa capiamo adesso quali sono quelle caratteristiche da tenere a mente per evitare o minimizzare i danni che potrebbe subire il parquet se posato in cucina.

Da valutare

  • essenza del legno
  • spessore
  • posa e finiture
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L’essenza 

Quando si parla di parquet si sta generalizzando una tipologia di materiale per il rivestimento del pavimento. Un pavimento in parquet è un pavimento in legno, ma esistono numerosissime essenze, molto diverse tra loro, con cui si può realizzare questo tipo di pavimentazione.

La scelta dell’essenza del legno determina l’effetto finale della pavimentazione ma soprattutto ne determina le caratteristiche tecniche di resistenza agli urti ed all’umidità.

Le tipologie di legno migliori per essere collocate in una zona come la cucina sono principalmente tre:

  • il Teak, è un’essenza molto pregiata. Utilizzato anche per gli esterni e per i rivestimento delle barche è perfetto per resistere a zone molto umide. E’ particolarmente idrorepellente, resistente a salsedine ed agenti atmosferici, ma altrettanto caro;
  • il Wengè, simile al Teak è anch’esso molto duro, resistente e pregiato;
  • il Rovere è sicuramente quello più utilizzato. Le sue caratteristiche sono molto buone ed il prezzo è medio. Il rovere è un’essenza stabile, abbastanza dura e resistente.

Nel caso in cui si scegliesse un Rovere sarà necessario prestare più attenzione al punto successivo: lo spessore del legno.

Lo spessore

Sul fatto che il pavimento della cucina possa essere più soggetto ad usura nessuno dice il contrario, ma il bello del legno è che può essere rinnovato ed apparire come nuovo semplicemente lamandolo. La lamatura del parquet è una lavorazione, fatta da professionisti del settore, che consiste nell’eliminare, attraverso delle macchine apposta con nastri abrasivi, lo strato superficiale del legno. Questo processo rimuove alcuni millimetri della parte superficiale delle doghe, eliminando così le parti rovinate. Una volta terminato il procedimento il parquet risulterà come nuovo!

Per poter usufruire di questa lavorazione è importante che lo spessore del legno sia sufficiente, altrimenti sarà impossibile lamarlo.

Quindi: per una zona come quella della cucina suggeriamo di optare per un parquet massello o in alternativa un multistrato con la parte di legno nobile abbastanza spessa, così da poter star più tranquilli e sapere che in caso estremo, o con il passare degli anni, si potrà ricorrere tranquillamente alla lamatura e dar nuovamente vita al proprio parquet, come se il tempo non fosse trascorso!

Posa e finitura

E’ essenziale che la posa del parquet venga fatta a regola d’arte, a prescindere dalla tipologia e dalla zona da ricoprire. Se le doghe non dovessero essere posate nel modo corretto, tutti gli sforzi fatti fino ad ora, dalla scelta dell’essenza allo spessore, risulterebbero inutili. Questo in generale. Affidatevi a professionisti esperti del settore.

Focalizzandoci però sulla zona della cucina in particolare gli esperti consigliano una posa tramite colla bicomponente, quindi non una posa flottante. In quest’ultimo caso si rischierebbe che la piccola intercapedine che esiste tra doga e massetto, in un ambiente umido come la cucina o comunque soggetta a cadute accidentali di liquidi, potrebbe formare muffe o creare instabilità tra i listelli.

Per quanto riguarda la finitura sarà una vostra scelta capire se optare per una finitura a vernice o ad olio.

La verniciatura consente di creare come uno strato protettivo sul parquet e di renderlo più resistente ai liquidi. Il problema in questo caso potrebbero essere i graffi che risulteranno essere un po’ più evidenti perché in caso di urto si andrà ad eliminare uno strato di vernice. La finitura ad olio, quella tradizionale, ha bisogno di un pochino più di manutenzione, circa una volta all’anno è necessario passare un panno con l’apposito olio. Questo procedimento però permette di far sparire piccoli graffi e ravvivare completamente il parquet.

Per finire, ci sentiamo di farvi riflettere sull’importanza che può avere il colore in questa particolare situazione. Un parquet molto chiaro potrebbe rendere eventuali macchie molto più evidenti rispetto che a un legno più scuro.

pliem parquet
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In conclusione noi consigliamo vivamente l’utilizzo del parquet anche in cucina, bastano davvero pochi accorgimenti per evitare i danni gravi 🙂

Se si terrà conto di questi accorgimenti siamo sicure che rimarrete soddisfatti.

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    Dimostra di essere umano selezionando cuore.

    3 Novembre 20200

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